Settimo di otto figli, nato e cresciuto a Torino, quando è stato il momento di scegliere a quale scuola superiore iscriversi ho preferito seguire un percorso in cui la manualità e la creatività giocassero un ruolo importante, optando per l’Istituto Alberghiero.

La vera e propria rivelazione sulla strada da intraprendere è avvenuta però osservando mia madre cucinare per me e per tutta la famiglia. Come molti ragazzi, avevo sempre dato quasi per scontato il suo lavoro ma gradualmente ho realizzato che lei, a tutti gli effetti, stava gestendo un vero e proprio piccolo ristorante. Vedendola destreggiarsi con sicurezza ed entusiasmo, mi è sembrato ingenuamente il mestiere più facile del mondo: mi sarei ricreduto presto.

All’inizio del percorso non è mancata la gavetta e i servizi stagionali come lavapiatti o tuttofare in cucina. Poi gli step tipici del mestiere, la promozione ad aiuto cuoco e la possibilità di gestire una partita. L’esercizio continuo e la crescita professionale con le esperienze al BIT e al Giudice, all’Antica Zecca di Caselle e in occasione dei Mondiali di calcio del ‘90. Ricordo inoltre come particolarmente importanti i cinque anni alla Gastronomia Gallo, per l’attenzione alla cura dei dettagli, alla presentazione, al concetto di eccellenza applicato in ogni circostanza.

Questo variegato ed impegnativo percorso è sostanzialmente ciò che mi ha permesso di affinare il palato, memorizzare nuovi sapori e allargare il dominio di conoscenze pratiche e gestionali